#gatti in posa
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sigitheunicorn · 3 months ago
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persa-tra-i-miei-pensieri · 2 years ago
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...ancora gatti 😸
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un-mei-no-akai-ito · 5 months ago
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Un insoddisfacente mondo.
Vivo nel mio mondo perché questo in cui siamo non mi soddisfa.
Preferisco essere definita emarginata socialmente, al posto di essere omologata con gli altri, in un mondo dove ormai l'apparenza e l'aspetto di una persona, contano di più del suo animo, del suo io interiore.
Sento che non faccio nemmeno parte di questa generazione.
Odio le fotografie, seppur la maggior parte di esse raccolgano i ricordi più belli di una persona, ma non riesco a restare "ben in posa" per la foto. Mi sento a disagio.
Non ho mai amato uscire la sera, ho sempre preferito quei momenti tranquilli sul divano "Netflix & Chill" come dicono gli americani, O magari leggendo un buon libro.
Non mai piaciuto questo "ostentare ciò che si ha" che è un po' la base dei social media.
L'idea di diventare famosa tramite social, non mi è mai passata per l'anticamera del cervello e, sinceramente, anche, come avevo io, un profilo dove pur non mettendoci la faccia, ma ne facevo comunque parte, mi sentivo dipendente a tal punto di passare il tempo a fare home/profilo tantissime volte in pochissimi minuti.
Questo mondo allontana, ma non unisce, fa sentire più soli che mai, perché fa sentire diversi, anche inconsciamente.
Smisi definitivamente di avere social all'età di sedici anni, durante la mia permanenza in vacanza a casa di mia cugina.
Restai da lei per quasi due mesi, e all'epoca lei si era appena trasferita in un nuovo appartamento e ci hanno messo qualche giorno i signori della compagnia a metterle la linea telefonica.
Ricordo che inizialmente per me era impensabile non avere social e soprattutto non vedere quello che pubblicavano le mie influencer preferite, così i primi giorni furono bruttissimi emotivamente (guardate che schifo la dipendenza).
Intanto i giorni passavano e avevo preso il giro di uscire (perché lei è sempre riuscita a farmi uscire dalla mia tana) 🐻 spesso la sera, e durante il giorno lei lavorava e io restavo con mia zia e dormivo.
Ormai avevo preso questo "giro" di usare i miei gb solo per WhatsApp e mandare qualche messaggio di risposta, a quei 4 gatti che mi scrivevano, tra cui mia mamma. E iniziava a piacermi un sacco questa cosa.
Avevo un sacco di tempo libero, potevo dormire e fare poi, colazione con calma, senza avere la "frenesia" di vedere quello che faceva la gente, la sera prima.
Potevo passare il tempo a guardare il mare fuori dalla finestra con le cuffiette alle orecchie. E "scattare foto con gli occhi" che è poi, il ricordo più bello.
Leggere in attesa della cena, con in sottofondo le onde del mare, senza avere lo stress delle notifiche da dover leggere o i messaggi da dover rispondere immediatamente.
A seguito del mio rientro a casa, qualche giorno dopo, cancellai i profili social, ad eccezione di Pinterest, che è una applicazione che mi ha sempre accompagnata, fin dal giorno, o poco più della fondazione.
In assenza dei social ci ho guadagnato molto in fatto di tempo libero, ma soprattutto anche di ansie e preoccupazioni mentali.
Certo purtroppo, il giudizio di altre persone su di me è ancora attivo e spesso mi ferisce, ma almeno non ho la tentazione di andare a controllare tale profilo x e vedere se ha pubblicato qualcosa su di me, eventualmente, anche se io non conosco tale persona.
Seppur purtroppo, resto ansiosa di carattere, i pensieri intrusivi spesso e volentieri, mi fanno visita e mi fanno stare male, mandandomi letteralmente in paranoia per ogni minima cosa vista o ricordata o che era stata pubblicata, o che magari avevo l'intuizione che fosse stata pubblicata su di me.
Nonostante questo ripeto, resto debole, ma sicuramente ora sono più forte di prima. O almeno, lo sono in parte.
Tutto questo mi serve per dire che, non sto criticando le persone che hanno i social e che li usano abitualmente, ma dico semplicemente che è una abitudine mia, che a me non è più piaciuta e che a me personalmente ha fatto bene mentalmente.
Ad eccezione però, di Tumblr. Tumblr è un social che non ce l'ho mai fatta ad abbandonarlo totalmente. Questo social mi permette di esprimermi attraverso la scrittura, che è il mezzo che preferisco in assoluto, e nel quale, sicuramente, riesco meglio.
E nel quale si sta bene "nascosti nell'ombra."
Qui non serve l'esporsi, serve il tuo vero io, serve chi sei dentro tu, e nient'altro. Solo tu, la scrittura e il tuo nuovo diario virtuale.
@un-mei-no-akai-ito // @un-mei-no-akai-ito (Dom 21.07.24 h02:43)
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pensarelafotografia · 10 months ago
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"La fotografia non è fatta di gatti graziosi, né di nudi, né di maternità o di oggetti messi in posa. E in nessun caso, poi, è qualcosa che sta da qualche parte vicino a una spiaggia."
Walker Evans
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aliciaandcompany · 2 years ago
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LA GATTOTERAPIA ESISTE!
Un giorno a Londra, in un istituto che studiava le terapie da applicare agli umani, una gatta di nome Marta è entrata nel laboratorio.
Mentre passava davanti al generatori della corrente a bassa frequenza, i sensori sono andati in tilt.
Gli scienziati hanno misurato il campo elettromagnetico della gatta e hanno capito che il gatto è in grado di sostituire il costoso generatore: il suo campo era più potente. Una corrente a bassa frequenza si usa per la cura delle infiammazioni croniche.
Dopo questo inaspettato risultato è stato fatto un esperimento: un gruppo di persone è stato curato con un generatore di corrente di bassa frequenza, mentre nell'altro gruppo sul posto da trattare avevano messo un gatto. 
Il risultato: coloro che hanno fatto la gattoterapia sono guariti tutti, mentre nell'altro gruppo era guarita soltanto la metà dei malati.
Il pelo del gatto produce la corrente a bassa frequenza, mentre il contatto tra i peli fa nascere un potente campo elettrico.
Queste correnti possono agire sul focolai d'infiammazione e uccidere i microbi.
Un gatto è in grado di sostituire ben 5 moderni generatori di corrente a bassa frequenza. Il gatto stesso non subisce nessun danno, e sa anche quando terminare la seduta e prendersi cura di se stesso.
La terapia felina è particolarmente efficace per la cura delle articolazioni e delle malattie ginecologiche. Le donne possono semplicemente posare il gatto di casa sulla pancia, accarezzandolo per una ventina di minuti, per avere un effetto terapeutico.
Il contatto terapeutico del gatto migliora la circolazione del sangue e rigenera i tessuti.
Il massaggio che i gatti fanno con le unghie, in realtà, agisce sui punti di riflesso, similmente agli aghi dell'agopuntura.
Anche le fusa dei gatti è una terapia (del suono); le fusa sono più potenti della terapia ad ultrasuoni (il gatto stesso fa le fusa per curare se stesso, oltre alle fusa del piacere).
La banda delle frequenze delle fusa (25 - 50 Hz, con le punte fino a 150 Hz) rafforza le ossa, migliora la circolazione cerebrale, stabilizza la pressione e il ritmo cardiaco.
I gatti sanno trasformare l'energia della malattia, sapendo scambiare la loro energia con l'energia umana (occorre dire che l'energetica dei gatti è molto simile a quella umana).
Esistono le malattie "yin", con la mancanza dell'energia (nevrastenia, artrite, l'ipotensione, la stanchezza cronica), per la cura delle quali il gatto va messo di modo che la sua testa sia a sinistra e la parte posteriore del corpo, a destra. Per queste malattie sarebbero più adatti i gatti bianchi. Per le malattie "yang" (l'ipertensione, infarto, l'ictus) il gatto si mette in posizione inversa; per queste malattie sarebbero più adatti i gatti neri.
I gatti grigi e i tigrati sono "universali" e curano tutto, mentre quelli rossi caricano i loro umani di energia positiva.
Esiste una teoria secondo la quale il gatto sarebbe l'unico animale capace di assorbire una piccola quantità di energia negativa, perciò ogni tanto vediamo i gatti sopra i computer e gli elettrodomestici.
Il gatto sente quando in un certo punto del corpo umano cambia il potenziale energetico, si posa sopra e così riesce ad equilibrare il sistema energetico umano. La gattoterapia può far assorbire degli ematomi interni, senza parlare del ripristino degli scambi cellulari. Coloro che amano i gatti, infatti, si rivolgono ai medici di meno rispetto a chi li evita.
... E' impossibile costringere il gatto a curare il suo umano; occorre che tra i due ci sia l'amore e la fiducia; e i gatti sono molto sensibili a come sono trattati. Il gatto è capace anche di morire se il suo proprietario ha accumulato troppa energia negativa.
- Gabriella Mangano
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ambrenoir · 2 years ago
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LA GATTOTERAPIA NON E' UNO SCHERZO....
Un giorno a Londra, in un istituto che studiava le terapia da applicare agli umani, una gatta di nome Marta è entrata nel laboratorio.
Mentre passava davanti ai generatori della corrente a bassa frequenza, i sensori sono andati in tilt. Gli scienziati hanno misurato il campo elettromagnetico della gatta e hanno capito che il gatto è in grado di sostituire il costoso generatore: il suo campo era più potente. Una corrente a bassa frequenza si usa per la cura delle infiammazioni croniche.
Dopo questo inaspettato risultato è stato fatto un esperimento: un gruppo di persone è stato curato con un generatore di corrente di bassa frequenza, mentre nell'altro gruppo sulla parte da trattare avevano messo un gatto.
Il risultato: coloro che fecero la gattoterapia sono guariti tutti, mentre nell'altro gruppo era guarita soltanto la metà dei malati.
Il pelo del gatto produce la corrente a bassa frequenza, mentre il contatto tra i peli fa nascere un potente campo elettrico. Queste correnti possono agire sul focolai d'infiammazione e uccidere i microbi.
Un gatto è in grado di sostituire ben 5 moderni generatori di corrente a bassa frequenza. Il gatto stesso non subisce nessun danno, e sa anche quando terminare la seduta e prendersi cura di se stesso.
La terapia felina è particolarmente efficace per la cura delle articolazioni e delle malattie ginecologiche. Le donne possono semplicemente posare il gatto di casa sulla pancia, accarezzandolo per una ventina di minuti, per avere un effetto terapeutico.
Il contatto terapeutico del gatto migliora la circolazione del sangue e rigenera i tessuti.
Il massaggio che i gatti fanno con le unghie, in realtà, agisce sui punti di riflesso, similmente agli aghi dell'agopuntura.
Anche le fusa dei gatti è una terapia (del suono); le fusa sono più potenti della terapia ad ultrasuoni (il gatto stesso fa le fusa per curare se stesso, oltre alla fusa del piacere).
La banda delle frequenze delle fusa (25 - 50 Hz, con le punte fino a 150 Hz) rafforza le ossa, migliora la circolazione cerebrale, stabilizza la pressione e il ritmo cardiaco.
I gatti sanno trasformare l'energia della malattia, sapendo scambiare la loro energia con l'energia umana (occorre dire che l'energetica dei gatti è molto simile a quella umana).
Esistono le malattie "yin", con la mancanza dell'energia (nevrastenia, artrite, l'ipotensione, la stanchezza cronica), per la cura delle quali il gatto va messo di modo che la sua testa sia a sinistra e la parte posteriore del corpo, a destra. Per queste malattie sarebbero più adatti i gatti bianchi. Per le malattie "yang" (l'ipertensione, infarto, l'ictus) il gatto si mette in posizione inversa; per queste malattie sarebbero più adatti i gatti neri.
I gatti grigi e i tigrati sono "universali" e curano tutto, mentre quelli rossi caricano i loro umani di energia positiva.
Esiste una teoria secondo la quale il gatto sarebbe l'unico animale capace di assorbire una piccola quantità di energia negativa, perciò ogni tanto vediamo i gatti sopra i computer e gli elettrodomestici.
Il gatto sente quando in un certo punto del corpo umano cambia il potenziale energetico, si posa sopra e così riesce ad equilibrare il sistema energetico umano. La gattoterapia può far assorbire degli ematomi interni, senza parlare del ripristino degli scambi cellulari. Coloro che amano i gatti, infatti, si rivolgono ai medici di meno rispetto a chi li evita.
... E' impossibile costringere il gatto a curare il suo umano; occorre che tra i due ci sia l'amore e la fiducia; e i gatti sono molto sensibili a come sono trattati. Il gatto è capace anche di morire se il suo proprietario ha accumulato troppa energia negativa.
(ranibu.ru)
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r-roiben-r-blog · 3 months ago
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Due
«Fermo lì!» abbaia Hutch. Assottiglia le palpebre. «Ohi! Tu non sei mica un animale» si sorprende, fissando la figura in ombra che, per quanto scura, ha comunque la forma di un essere umano, uno di piccola taglia. «Allora? Chi diavolo sei, eh?» sbotta, piuttosto irritato all’idea di non poterselo mangiare com’era originariamente nei suoi progetti iniziali.
Purtroppo per lui e per le sue futili speranze, la sua preda non apre bocca, si limita a fissarlo di rimando. Li vede, i suoi occhietti che brillano nel buio come quelli dei gatti. Solo che quello lì non è un gatto, è una persona. Un qualcuno che gli ha scroccato le provviste delle ultime due settimane, mannaggia a lui!
«Si può sapere perché sei sempre in casa mia? La dispensa non è la tua, sai. Non puoi mangiarti le provviste anche degli altri, ogni tanto?» lamenta.
Di nuovo non ottiene uno straccio di risposta. Il ladro di cibo si limita a tenerlo sotto tiro con lo sguardo, senza muovere un muscolo. Hutch, stufo di quel tira e molla, fa un passo avanti, e allora sì che il ladro si muove, balzando indietro e facendo venire un soprassalto di sorpresa al padrone di casa.
«Ah, ma allora sei vivo, eh? Perché non dici niente? Troppa fifa?» lo punzecchia, sperando di prenderlo in fallo.
Così non è, per sua somma disperazione, allora prova un altro passo avanti. Magari lo può spaventare quel tanto da convincerlo a non tornare più nella sua cucina. Invece l’ombra dagli occhi brillanti fa un improvviso scatto laterale verso la finestra e, prima di scavalcarla e filar via come una saetta, una scheggia di luce acuminata raggiunge Hutch, il quale grida di dolore afferrandosi il braccio destro e lanciando una sequela di barbari improperi al dannato ladro.
A tentoni, una volta certo che l’ombra di forma umana se la sia svignata, Hutch recupera la lampada dalla credenza e fa un poco di luce, quel tanto sufficiente a dare un’occhiata al danno. Quella specie di demonio gli ha piantato un coltello nel braccio! Ma che diavolo! Non ci sono più i ladri normali che ti sparano addosso e fuggono con la refurtiva? Oh, giusto: sì che ci sono, c’è il maledetto gran capo Sant’Antonio, che si fa un punto d’onore nel non lasciare vivo nemmeno un topolino.
Hutch si fissa il braccio, desolato, già immaginando il male cane che farà levarsi quella cavolo di lama dalla sua povera carne martoriata. E pensare che se lo voleva mangiare, il ladro da strapazzo. Invece per poco non è stato il ladro a farlo a fettine. Sbuffa, abbastanza contrariato, e lancia un’occhiata alla credenza. Socchiusa! Il maledetto gli ha pure fregato il cibo! Non c’è più rispetto per le provviste altrui. Dove finirà il mondo di questo passo?
Torna in camera da letto e recupera della stoffa pulita dal cassetto. Fruga nello stipetto accanto al letto e mette sottobraccio una bottiglia di tequila ancora mezza piena. Torna nella sala principale, si siede al tavolo, vi posa sopra quel che ha recuperato in camera e di nuovo fissa mesto il suo braccio disgraziato. Sospira, e infine si rassegna all’inevitabile: sfila via la lama con uno strattone deciso, urla per la fitta di pungente dolore che gli attraversa il braccio fino alla spalla e lancia una nuova e molto sentita sequela di maledizioni al ladro. Poi, un po’ piagnucolando e un po’ borbottando, versa sopra il taglio abbondante distillato, caccia un altro grido straziante e ingolla un sorso di tequila per dimenticare, almeno in minima parte, quella notte sciagurata.
«Maledetto. Stramaledetto» brontola all’indirizzo di quel… di quel… maledetto! Accidenti.
Oh, ma lo troverà un modo per fargli scontare quell’affronto. Altroché. Che si sappia che Hutch Bessy non si lascia derubare dei suoi averi senza conseguenze! Per la miseria, non voleva nemmeno ammazzarlo, alla fin fine. Voleva solo scoprire chi diamine si prendeva il disturbo di infilarsi tutto il tempo in casa sua per fregarsi le provviste. Sospira di nuovo, per l’ennesima volta. Rimugina su quanto accaduto, su quel che può aver visto. Poco o nulla in verità: giusto il brillio dei suoi occhi e un’ombra minuta. Piega la testa, pensando. Forse si tratta di una ragazza? Forse il figlio di qualche peone in disgrazia? O magari un piccolo Tarahumara a corto di prede migliori? Vai a saperlo. Ha il presentimento che dovrà scoprirlo a sue spese, e l’idea non lo rallegra affatto.
╬╬
«Hutch, il capo ti cerca» lo avvisa Iaco dalla finestra.
E ti pareva. Sempre nei momenti meno indicati lo cerca quello lì.
«Sì, sì, arrivo» taglia corto con uno sventolio irritato della mano (sinistra, perché quella destra è attaccata al braccio fasciato e non ha voglia di maltrattarla più del dovuto).
«Ehi, che hai fatto al braccio?» si informa Iaco.
«Sono anche cavoli miei, sai. Perché non pensi ai tuoi denti, piuttosto» ringhia seccato.
«Ma i miei denti stanno bene» protesta interdetto.
«Non per molto, se continui a seccarmi» minaccia fosco.
Il collega coglie al volo l’invito e decide che non è il caso di irritarlo oltre. Il resto del tragitto verso il nascondiglio del gran capo lo trascorrono in silenzio.
«Bene, bene. Guarda un po’ chi ci degna della sua preziosissima presenza. Benvenuto, mio caro amico» lo accoglie Sant’Antonio.
Hutch storce il naso e trattiene a stento un sospiro irritato. «Sono venuto proprio perché mi hai cercato» fa presente in un tono più neutro possibile, onde evitare spiacevolezze.
Non che si possano davvero prevedere le conseguenze dello stare in presenza di Bill Sant’Antonio, in realtà. Però si può evitare di offrirgli troppa corda. Ed è esattamente quel che cerca di fare Hutch quando il gran capo necessità di avercelo intorno.
«Mi fa un immenso piacere che tu ti senta in dovere di accorrere al mio richiamo. Proprio come un bravo cagnolino devoto al padrone, non è vero?» puntualizza Bill.
«Proprio» conviene Hutch, senza minimamente dar retta alle sciocchezze che escono dalla sua bocca marcia.
«Meraviglioso! Ho un incarico per te» taglia corto.
“Sì, assolutamente meraviglioso” pensa Hutch con abbondante dose di sarcasmo, rimanendo comunque zitto ad ascoltare quel che ha da offrire Sant'Antonio.
«Mi devi portare una persona. Mi serve viva, capisci? Devo parlarci, con questa persona, quindi oltre a essere viva deve anche capire quel che gli domanderò. Intendi bene quel che ti sto dicendo?»
«Perfettamente. La persona in questione ti serve che respiri e pensi, ma che non se la squagli alla prima buona occasione» suppone Hutch.
«Assolutamente corretto, mio buon segugio! Amo quando la gente segue i miei ragionamenti senza dover fare troppa fatica. Ora, mio carissimo, parliamo di questa persona di cui ho necessariamente bisogno.»
Hutch sta per fare spallucce, si trattiene all’ultimo secondo e si limita a fissare la bocca di Sant’Antonio. Gli occhi è meglio evitare di fissarli, se non strettamente necessario. La prima e unica volta che lo ha fatto ha avuto la netta impressione di finire in un gorgo nero senza uscita. No, grazie. Va bene la sua stupida bocca; c’è di peggio. Per esempio, c’è la sua dannata lingua biforcuta, quella che a breve gli toccherà di seguire per capire chi è il prossimo disgraziato che finirà sotto terra.
Tra l’altro pare si tratti di uno che non conosce per nulla. Ma il gran capo si è premurato di istruirlo adeguatamente per far sì che Hutch lo possa reperire senza doversi fermare strada facendo a chiedere informazioni, cosa che avrebbe con buona probabilità minato la sua ricerca sul nascere. Avvisare la vittima di un rapimento dell’arrivo del rapitore non è esattamente un’idea geniale, giusto?
Ed è così che Hutch si rassegna a perdere per lo meno una buona mezza giornata per giustificare le spese e l’alloggio gentilmente offerti e rimborsati da Bill Dannato Sant’Antonio.
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furiesinmyhead · 1 year ago
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cose a caso su di me, cose a caso su Claudja, cose a caso
Claudja è nata il 19 febbraio del 2000, di sabato, e io sono nata il 1 agosto del 1998, anch’io di sabato. Claudja si scrive con la J perché a lei piace di più così. A me e a Claudja piace fare tante cose insieme: andare a fare la spesa, andare al cinema, mangiare, vedere mostre e mercatini, giocare, girare negozi, andare al centro commerciale, stare sul mio letto a guardare video, mangiare cereali. Claudja è più alta di me e i suoi capelli sono sempre di un colore diverso, passa dal fucsia al verde per poi averli blu o viola. Io non mi sono mai tinta i capelli. Ma le dico sempre di volerlo fare e che prima o poi le chiederò di decolorarmeli, anche se un po’ la impaurisce. Ma a me piace che sarebbe una sorta di esperimento di cui mi andrebbe bene fare da cavia. Io non riesco ad addormentarmi nel buio totale, ho sempre bisogno di una lucetta a farmi compagnia. Quando Claudja mangia tende a prendere per prima quello che le piace di meno, e a lasciare per ultimo sul piatto quello che le piace di più. Se mangia la pasta, invece, fa attenzione ad avere sul piatto un numero pari di pennette. O maccheroni. Ma meglio pennette. Rigate, ovviamente. Veste quasi sempre di nero, le piace vestire anche di marrone. Uno dei pochi vestiti colorati che mette è un maglione natalizio oversize con su scritto Merry Kissmass. È rosso e bianco con piccole renne nere. Io non riesco a fare molte cose se nel frattempo non ascolto musica, è una cosa di cui non riesco a fare a meno, l'unica eccezione è quando devo concentrarmi. Amo gli animali più di qualsiasi altra cosa ed è per questo che circa cinque anni fa sono diventata vegana. Claudja è figlia unica, io sono la più piccola di tre figli. Mia sorella è la più grande, poi c'è mio fratello, e poi ci sono io. Io e mia sorella abbiamo sei anni di differenza, io e mio fratello due.
Claudja guida un'Opel Agila color fragola che ha chiamato Amanda, ed entrare nella sua macchina è un po’ come entrare nel suo mondo. La musica che ascoltiamo nella sua macchina può derivare da due fonti: le sue playlist su Spotify o la pen-drive di suo padre, piena di cantautorato italiano. Claudja le conosce tutte. Non gliel'ho mai detto ma mi piace moltissimo sentirla cantare mentre guida. Penso abbia una bellissima voce e anche se mi sento stonata come una campana quando cantiamo insieme per me è sempre un momento bellissimo. Lei studiava canto e pianoforte. Amo i dolci e tutto ciò che ha zucchero, non riuscirei mai a fare colazione o merenda con cibi salati. Io sono decisamente una dog person, mentre Claudja è decisamente una cat person. Ma a entrambe piacciono molto sia i cani sia i gatti. Claudja è allergica alla carne di maiale, intollerante al lattosio e ha una leggera intolleranza alla soia. Le sue verdure preferite sono i broccoli, le zucchine e i fagiolini. Non le piacciono invece le melanzane e i peperoni. Claudja ha gli occhi marroni, io verdi. Quando mangio cibi liquidi uso sempre il cucchiaio piccolo, mi piacciono i film e i videogiochi di azione e amo la pioggia. Preferisco le luci calde a quelle fredde e mi fanno paura i rumori forti. Quando Claudja fa la spesa non prende i carrelli o carrellini, mette tutto nelle sue borse del supermercato, e quando posa la spesa nel portabagagli separa le cose fresche nella busta da frigo da tutto il resto.
D’estate quando prendo il sole mi escono tante lentiggini sul viso e sulle spalle, e spesso dopo una giornata di mare mi scotto. A me piace il fatto che d’estate non mi abbronzo ma divento rossa. A Claudja no, lei preferisce rimanere bianca. Non mi è mai piaciuto il formaggio e spesso l’odore mi disgusta. Claudja ha le dita lunghe e le gambe lunghe, porta il septum e mi piacciono un sacco i suoi denti e le sue labbra. Quando sorride, a volte, le si arriccia leggermente il labbro superiore e posso giurare che sembri avere il muso di un gattino rilassato, compiaciuto. Sia io sia Claudja portiamo gli occhiali. Lei ci ha messo un pochino per decidere di metterli sempre. Quando l'ho conosciuta li portava solo in casa. Fuma Golden Virginia Verde, io ogni tanto le Philip Morris azzurre. Ho una cicatrice sul mento da quella volta alla scuola materna in cui sono caduta su un rametto mentre correvo. A Claudja piacciono i videogiochi di enigmistica e logica, ha fatto indigestione di giochi rompicapo Professor Layton, ma ama giocare a The Sims (come me) e probabilmente il suo gioco preferito è Animal Crossing. Li conosce tutti. Tranne l’ultimo. Ma ci stiamo lavorando.
Io sono molto impacciata e ho sempre la testa fra le nuvole. Non so e non conosco molte cose, ma Claudja sì. Non so come faccia. Per me è sbalorditiva la quantità di cose che conosce, da fun facts casuali al funzionamento dettagliato di marchingegni specifici. Mi sento molto stupida ma mi piace un sacco che sia lei a spiegarmi le cose. Ogni volta che glielo dico sembra che le stia facendo complimenti gratuiti solo per gentilezza, ma io penso che sia una delle persone più brillanti che conosca. Non solo a livello accademico (al suo primissimo test d’ingresso per l’Università prese il punteggio più alto, ha un C1 in inglese, ha la media del 30 in Accademia e si impegna per assicurarsi la lode agli esami, prese la patente in poco tempo e una volta per un Ferragosto fece più di 50km da neopatentata) ma anche a livello individuale, personale. Non è una secchiona, non le interessa eccellere per apparire brava, in realtà non gliene frega più di tanto. Ha semplicemente un’immensa curiosità nei confronti del mondo in generale, quasi insaziabile. E pensa che sia un po’ questa la bellezza, o quel che muove il mondo. Quando ci conoscevamo da poco mi chiedeva sempre il perché di tutto. Io non ero abituata a dare spiegazioni, ma mi sono accorta che non ero abituata neanche ad averle. Questa cosa mi affascinava tantissimo, ero convinta di essere forse fin troppo consapevole di me stessa, e adesso mi ritrovavo a riflettere su cose banali da un punto di vista che non avevo mai preso in considerazione. Non erano pensieri pesanti, non mi arrovellavo il cervello alla ricerca di un motivo per ogni cosa. Se riuscivo a trovare una risposta andava bene qualunque fosse, altrimenti se non arrivava le dicevo (e mi dicevo) “perché è così”, ed entrambe ce la facevamo andar bene! In ogni caso, suppongo che il suo fosse un modo per conoscermi meglio. Intuivo che da parte di entrambe ci fosse la voglia di conoscere sempre più l’una dell’altra.
Mi danno fastidio le luci artificiali durante il giorno, e fino a qualche anno fa mi mangiavo le unghie. Sono decisamente una persona più notturna che mattiniera, riesco a essere molto più produttiva di notte che di giorno. Penso che l’ananas sulla pizza non starebbe male e la mia festività preferita è Halloween. A volte penso che l’unica cosa che potrebbe farmi star meglio quando sono triste sarebbe imbracciare una chitarra acustica, poggiarci la guancia e suonarmi una canzone calma. Ma non so suonare la chitarra. Vorrei imparare a suonare qualche strumento, prima di tutto la batteria. Mi gasa da morire. E poi la chitarra. Mi piace un sacco leggere le trame dei film subito dopo averli visti. Non lo so, lo trovo soddisfacente. E amo passare dalla finestra e notare le persone nei palazzi di fronte mentre fanno qualcosa nella loro casa, che sembra una scatoletta vista da lontano. Mi dà l'impressione di guardare delle api operaie impegnate nel loro compito. Ma mi piace di più scorgere le persone nei momenti in cui non sono altro che esseri umani. Tipo l'altra volta ero in balcone e riuscivo a vedere qualcuno in accappatoio e con l'asciugamano in testa che ballava e cantava. Claudja conosce benissimo Catania ed è affascinata dai beni culturali e in generale da ogni forma d'arte. Da piccola voleva fare la stilista di moda, poi la guida turistica, e adesso studia cinema. Non condivido i suoi stessi gusti musicali ma è grazie a lei se conosco alcune delle mie canzoni preferite di sempre. Ce ne sono tante che nella mia testa definisco un po’ “canzoni nostre”. Ricordo perfettamente la prima volta che mi fece ascoltare Le Rane dei Baustelle, Mancarsi dei Coma_Cose, Let’s Go to Bed dei Cure, Cymbaline dei Pink Floyd, e chissà quante altre. Mia dei Meganoidi. Sparami dei Pop x. Vero degli Amor Fou! Quanto cazzo è bella quella canzone. L'unica insalata che le piace è l'iceberg, ama i pomodori (soprattutto i cuori di bue) e il succo di frutta mela e banana del Lidl. Sempre del Lidl anche le Pringles fake e i cornetti al formaggio. E il cioccolato al sale marino. Il seitan hmm… era meglio la ricetta vecchia.
Beve tantissima acqua ogni giorno e mi ricorda sempre di fare lo stesso. Mi chiede ogni giorno come ho dormito e se ho mangiato. Il suo dolce preferito dal bar vegano è la tortina con gli Oreo. Claudja non ama i dolci alla frutta. Né le torte, né i gelati. E non le piacciono le crostate. Sa perché il gusto della banana artificiale è così diverso dal frutto vero e proprio e sa anche come cambiare uno pneumatico. “Non è che prendi la patente e basta, non devi fare nient’altro, devi saper fare tutto”. Claudja è abituata a fare tutto. E a fare tutto da sola. A volte quando andiamo a fare la spesa l’aiuto a imbustare le cose e lei mi lancia occhiatacce e mi dice “che fai, lascia stare”. O quando arriviamo a casa sua con la macchina e andiamo in garage, io scendo e apro il portabagagli per prendere le buste e lasciarla parcheggiare, e sento i suoni ovattati di lei dentro la macchina che fa versi scemi. Prima mi dispiaceva che lei fosse abituata a fare tutto da sola, e mi impegnavo per farle capire che va bene chiedere aiuto, che verrebbe aiutata volentieri. Volevo che mi permettesse di aiutarla. Ma adesso so che era una cosa un po’ egoistica da parte mia, e che in realtà va bene se preferisce fare le cose da sola. È la normalità, è sempre stato così per lei. Al supermercato ho smesso di aiutarla a imbustare la spesa, e non faccio niente che non mi chiede di fare. Il che rende speciali quei rari momenti in cui lo fa. I suoi gusti di gelato preferiti sono zuppa inglese e cookies. Anche stracciatella, a volte. Le piace il cioccolato ma solo se è fondente. Né io né lei amiamo la pizza, preferiamo entrambe la pasta. Quando leggo un libro e trovo un passaggio che mi colpisce lo sottolineo con la matita, e mi piace scrivere in alto a destra sulle prime pagine di un libro il mio nome e la data in cui l’ho acquistato o ricevuto. Sia a me che a Claudja piace molto l’usato. Le piacerebbe tanto, in un ipotetico futuro, se aprisse un mercatino second-hand. Le piace che un oggetto possa contenere più storie e che non si limiti ad avere un’unica vita, breve o lunga che sia. Spesso quando mi annoio mi faccio la ceretta. E mi piace guardare qualcosa di leggero mentre la faccio. Ci sono alcune serie tv che guardo soltanto quando sono impegnata a farla. Tipo Friends, o Easy Girl, o One Day at a Time. Avevo cominciato Please Like Me e Derry Girls.
Quando dici “grazie” a Claudja, lei ama rispondere dicendo “no! grazie a te!”. A me fanno ridere: le cadute, Le follie dell'imperatore, la gente che si spaventa, Brittany Broski, Takeshi’s Castle, Raven, Maccio Capatonda, altro che non mi viene in mente. A Claudja fanno ridere: i giochi di parole, la faccia della gente quando urla, quel video del rutto in chiesa, i vines, cose random e stupide dette in momenti random, Maccio Capatonda, Le follie dell'imperatore, altro che non mi viene in mente. Né io né Claudja abbiamo una religione vera e propria, ma se c'è qualcosa di trascendentale in cui crede è l'energia. Delle cose, delle persone, della vita in generale. Energia che passa un po’ attraverso tutto e non ha regole precise, si manifesta in mille modi diversi, alcuni più palesi di altri. Non ci piacciono le spiagge con la sabbia, preferiamo i ciottoli, e Claudja odia le cose al gusto di menta. Non beve bibite gassate, e se fosse un animale sarebbe una gatta calico. Io probabilmente un panda un po’ rincoglionito. Da bambina ha mandato a fanculo una maestra. Questa storia mi fa sempre ridere un sacco. Claudja ama i giochi da tavolo e preferisce l'argento all'oro, il tè freddo alla pesca, ma il tè caldo non le piace. Neanche a me (quanto vorrei mi piacesse!). Non le piacciono le mele e va matta per i muffin, le crocchette e le donuts.
Aggiornerò questo post ogni volta che vorrò pensare a cose a caso.
28/08/2023
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ma-pi-ma · 4 years ago
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I gatti neri sono quelli più potenti di tutti ai fini di energia sottile assorbente e curativa. E chi è appunto allergico ai gatti ha solitamente fortissimi problemi anaffettivi e blocchi sessuali!!
LA GATTOTERAPIA NON E' UNO SCHERZO
Un giorno a Londra, in un istituto che studiava le terapia da applicare agli umani, una gatta di nome Marta è entrata nel laboratorio.
Mentre passava davanti al generatori della corrente a bassa frequenza, i sensori sono andati in tilt. Gli scienziati hanno misurato il campo elettromagnetico della gatta e hanno capito che il gatto è in grado di sostituire il costoso generatore: il suo campo era più potente. Una corrente a bassa frequenza si usa per la cura delle infiammazioni croniche.
Dopo questo inaspettato risultato è stato fatto un esperimento: un gruppo di persone è stato curato con un generatore di corrente di bassa frequenza, mentre nell'altro gruppo sul posto da trattare avevano messo un gatto.
Il risultato: coloro che hanno fatto la gattoterapia sono guariti tutti, mentre nell'altro gruppo era guarita soltanto la metà dei malati.
Il pelo del gatto produce la corrente a bassa frequenza, mentre il contatto tra i peli fa nascere un potente campo elettrico. Queste correnti possono agire sul focolai d'infiammazione e uccidere i microbi.
Un gatto è in grado di sostituire ben 5 moderni generatori di corrente a bassa frequenza. Il gatto stesso non subisce nessun danno, e sa anche quando terminare la seduta e prendersi cura di se stesso.
La terapia felina è particolarmente efficace per la cura delle articolazioni e delle malattie ginecologiche. Le donne possono semplicemente posare il gatto di casa sulla pancia, accarezzandolo per una ventina di minuti, per avere un effetto terapeutico.
Il contatto terapeutico del gatto migliora la circolazione del sangue e rigenera i tessuti.
Il massaggio che i gatti fanno con le unghie, in realtà, agisce sui punti di riflesso, similmente agli aghi dell'agopuntura.
Anche le fusa dei gatti è una terapia (del suono); le fusa sono più potenti della terapia ad ultrasuoni (il gatto stesso fa le fusa per curare se stesso, oltre alla fusa del piacere).
La banda delle frequenze delle fusa (25 - 50 Hz, con le punte fino a 150 Hz) rafforza le ossa, migliora la circolazione cerebrale, stabilizza la pressione e il ritmo cardiaco.
I gatti sanno trasformare l'energia della malattia, sapendo scambiare la loro energia con l'energia umana (occorre dire che l'energetica dei gatti è molto simile a quella umana).
Esistono le malattie "yin", con la mancanza dell'energia (nevrastenia, artrite, l'ipotensione, la stanchezza cronica), per la cura delle quali il gatto va messo di modo che la sua testa sia a sinistra e la parte posteriore del corpo, a destra. Per queste malattie sarebbero più adatti i gatti bianchi. Per le malattie "yang" (l'ipertensione, infarto, l'ictus) il gatto si mette in posizione inversa; per queste malattie sarebbero più adatti i gatti neri.
I gatti grigi e i tigrati sono "universali" e curano tutto, mentre quelli rossi caricano i loro umani di energia positiva.
Esiste una teoria secondo la quale il gatto sarebbe l'unico animale capace di assorbire una piccola quantità di energia negativa, perciò ogni tanto vediamo i gatti sopra i computer e gli elettrodomestici.
Il gatto sente quando in un certo punto del corpo umano cambia il potenziale energetico, si posa sopra e così riesce ad equilibrare il sistema energetico umano. La gattoterapia può far assorbire degli ematomi interni, senza parlare del ripristino degli scambi cellulari. Coloro che amano i gatti, infatti, si rivolgono ai medici di meno rispetto a chi li evita.
... E' impossibile costringere il gatto a curare il suo umano; occorre che tra i due ci sia l'amore e la fiducia; e i gatti sono molto sensibili a come sono trattati. Il gatto è capace anche di morire se il suo proprietario ha accumulato troppa energia negativa.
(ranibu.ru)
Olga Samarina
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frangettaa · 4 years ago
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Io: no no basta pubblicare foto dei miei gatti che ho rotto le palle
Matisse: si mette in posa
Ma io come devo fare
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gattiditorino · 3 years ago
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📸 "Gatti di Torino" su Instagram e Telegram e Tumblr😻 Repost @berlino_tabbycat ... Posa sexy (In realtà sono in pausa da zoomies post💩) 😹😹 #Berlinotoporagno . . . ‌#gattiditorino #turin #torino ‌#gatti #cats #cat #gatto #catsofinstagram #catstagram #instacat #love #catlover #pet #kitten #animals #pets #meow #gattini #ilovemycat #cats_of_instagram #instagood #catoftheday #gattidiinstagram #gatos #catlovers #miao #photooftheday #catsagram #petstagram #ilovemycat ‌ ‌ https://www.instagram.com/p/CT6eVALtrdV/?utm_medium=tumblr
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sigitheunicorn · 6 months ago
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🐈💕
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marichatlenoir · 4 years ago
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Il misterioso Cavaliere Nero ~ Il dipinto
Il dipinto del misterioso Cavaliere Nero, Chevalier Noir, ritrae un antico custode del Miraculous del Gatto Nero. Il cavaliere indossa un'armatura a piastre di epoca tardomedievale al di sopra della maglia di ferro, secondo l'usanza diffusasi in Europa nel corso del XV secolo.
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315. Festin ~ Dipinto del Cavaliere Nero.
La testa e le spalle sono protette dal camaglio in maglia di ferro. Sulla corazza è riconoscibile il simbolo dell'Ordine dei Guardiani dei Miraculous. Il simbolo ricorda un labirinto e il carattere cinese 壽 shòu, longevità, una delle cinque benedizioni della tradizione cinese.
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A sinistra: Simbolo dell'Ordine dei Guardiani dei Miraculous. A destra: Carattere cinese 壽 shòu, longevità.
Al posto della spada, il Cavaliere Nero impugna il bastone su cui sventola la bandiera con l'emblema del casato del Gatto Nero. Sullo stendardo dal fondo bianco emerge il blasone viola, sormontato da una corona d'oro, sul quale sono rappresentate le teste di tre gatti neri.
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315. Festin ~ Emblema del casato del Gatto Nero.
Lo stemma del casato del Gatto Nero è una rielaborazione grafica dello stemma del Regno di Francia, utilizzato a partire dal 1376. Il blasone è azzurro, sormontato da una corona d'oro incastonata di pietre preziose, con la rappresentazione di tre gigli dorati, fleur de lys d'or.
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A destra: Stemma del Regno di Francia dal 1376.
Il casato del Gatto Nero è visibile anche all'interno del rombo dell'armatura. Il felino è rappresentato di profilo, con le zampe anteriori protese in avanti e la coda sollevata, nella posa che richiama lo stemma araldico del leone rampante, simbolo di forza, coraggio e nobiltà.
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A destra: Simbolo araldico del leone rampante.
La foggia dell'armatura e lo stile della bandiera permettono di delimitare un periodo storico preciso e di ipotizzare che l'antico custode del Miraculous del Gatto Nero possa essere stato uno dei compagni d'armi di Jeanne d'Arc, l'antica custode del Miraculous della Coccinella.
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315. Festin ~ Dipinto del Cavaliere Nero.
Il cavaliere non può essere identificato con certezza con un personaggio storico realmente esistito, poiché il dipinto è il risultato di una ricostruzione artistica. Il bellissimo viso del misterioso Cavaliere Nero è tratto dal dipinto Uomo dal guanto di Tiziano.
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A sinistra: Particolare del viso del Cavaliere Nero. A destra: Particolare del viso dell'Uomo dal guanto di Tiziano.
Ribaltando il dipinto di Tiziano e isolando il particolare del viso dell'Uomo dal guanto, è possibile riconoscervi la fonte di ispirazione per l'antico custode del Miraculous del Gatto Nero. Il viso del cavaliere è perfettamente identico, nonostante sia incorniciato dal camaglio.
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Confronto dei visi del Cavaliere Nero e dell’Uomo dal guanto di Tiziano.
Realizzato nel 1523, Uomo dal guanto è custodito nel museo del Louvre. Con un sapiente uso dei colori e della luce, Tiziano ritrae un gentiluomo italiano, ancora adolescente, dallo sguardo sognante e malinconico, il cui linguaggio del corpo suggerisce forza e gentilezza d'animo.
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Tiziano, Uomo dal guanto, olio su tela, 1523 circa, Museo del Louvre, Parigi.
Il giovane dai capelli scuri e dalla carnagione chiara ha un'eleganza discreta, indossa abiti raffinati senza ostentare la sua ricchezza; si è sfilato un guanto di pelle, lasciando scoperta la mano destra e mostrando un prezioso anello dorato con lo stemma.
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Particolare della mano destra con anello dell'Uomo dal guanto di Tiziano.
Per una curiosa coincidenza, proprio come il gentiluomo rappresentato nel dipinto, nell'Impostore, Adrien si sfila il guanto della divisa da scherma per trasformarsi in Chat Noir. L'inquadratura si sofferma sulla mano destra con l'anello del Gatto Nero.
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108. Impostore ~ Particolare della mano di Adrien con anello del Gatto Nero.
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vele-e-vento · 5 years ago
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è spaventoso come siano superficiali e stiano con accurata minuzia e costanza, sempre a  parlare del loro corpo...nel bene e nel male certe persone... mah diochan, e poi dite a tutti, “siamo più di così, non ci riducete a questo” E parlate di altro, no, per prime voi....?  magari... c’è solo questo nella vostra vita. quanto siete belle o brutte ? tutto qua? io più che tette culi, foto allo specchio, diete, selfie, trucchi occhi, depilazioni, ciclo, sindrome pms, completini,primi piani, piani americani , ritratti, seni seni seni, culi, hot pants, culi, ciclo, capriccetti, foto con gatti su seno nudo, primi piani delle labbra , capezzoli, gambe, io non vedo --- vedo il corpo sventolato, con scuse varie, e #no reblog scritto sotto... ma #no reblog de cosa... scusatemi... del vacuo?
se poi dico che  - ed è solo un esempio, per contrasto, e mi perdoni l’interessata - se dico che @paginediunlibromailetto​ è bella  (è molto bella) perchè a) salva la vita alle persone, fa l’infermiera “aspirante”  ....che non è rose e fiori, è anche contatto col corpo e le sue miserie a volte...ma fa un lavoro nobile cmq b) fa(ceva) danza, e le sue foto di lei in posa da ballerina sono grazia e bellezza,  c) e danzare richiede esercizio e sacrificio...disciplina e arte...e quando si mette in  posa non è un  selfie, ma un gesto di arte, un esercizio dello spirito attaverso il mezzo del corpo... si stupiscono che dicono che è bella. perchè non è canonica la sua bellezza, è bellezza di altro genere?
E certo, è fidanzata..... e quindi non è bella? Solo le donne libere, quindi solo se c’è speranza che la diano, che siano arrapate, che vogliano il pendolino sacro...solo quelle sono belle...? Una donna non può essere bella per sè? per come è? Non è bello, chiedo, secondo la massa uniformata, vedere una donna che usa l’anima, la forza e le mani, lo spirito, la determinazione, e anche la grazia, per essere femminile, anzichè tirare fuori i capezzoli e mostrarli in una foto...?
Non c’è, chiedo, grazia nell’essere utili per il prossimo e nell' avere uno spirito? Se non c’è grazia e femminilità in questo,  non so dove sia... Se le donne son quello, tette e culi e trucchi e diete;  e non questo, cervello e spirito, che donne sono... che donne siete scusate? anzichè tirare fuori le tette, anzichè fare una foto  metterla su un social e dire, “accidenti mi sono dimagrite le tette, ma non si vede vero? vero che non si vede?”
mah sì non si vede, rassicuratevi...non si vede, siete carine davvero, sincero... siete tutte molto carine, davvero non vi manca niente.. ma si vede quanto siete dimagrite in altre cose, in altre parti della materia umana. si vede altro.
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crossingpoetry · 4 years ago
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. il cielo ha pianto tutta la notte nuvole che sembrano cani selvaggi sparpagliati lungo l’orizzonte lanciano lunghi e intensi latrati contro l’intero genere umano cambia rapidamente il tempo mentre divento sempre più restio anche al più piccolo cambiamento cerchi nel mio caos qualcosa che somigli vagamente al tuo le foglie secche portate dal vento ormai sono quasi tutte scomparse l’autunno è finito da un pezzo il cielo non è più tanto grigio è tornato ad essere blu scuro sembra essere arrugginito come se una squadra di pittori visionari cercasse di ricordare a tutti la crudeltà che si scatena dopo un disastro nucleare e quel che resta si posa sui tetti dove i gatti vanno in calore e mentre resto a fissare le tue mani penso che sono più piccole delle mie ma i tuoi pensieri sono più grandi capaci di dire così tante cose che le tue labbra ancora non sanno capaci di urlare così forte anche nella mia testa vuota che alla fine se restiamo soli non ha nessuna importanza se il cielo intero per una notte viene oscurato da un temporale (presso Milan, Italy) https://www.instagram.com/p/CF7NfQ5HcrT/?igshid=803323qt2z2e
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nelcuoreunaspina · 5 years ago
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Come quell'enormi sfingi
distese per l'eternità in nobile posa nel deserto sabbioso,
i gatti scrutano il nulla senza curiosità,
calmi e saggi...
-C.Baudelaire
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